Danza classica e giovani danzatori: come evitare il burnout precoce.
- Anna Veronesi
- 13 giu 2024
- Tempo di lettura: 1 min

Al di fuori della danza classica e accademica, pochi conoscono il problema dell'eccessiva stimolazione e pressione che spesso gli allievi più dotati devono subire, sia in scuole private che in istituzioni accademiche pubbliche. Un certo grado di sforzo e una certa, grandissima applicazione alla disciplina sono strumenti imprescindibili per l'apprendimento delle tecniche coreutiche, a ogni età, ma questo esula dall'esporre precocemente allievi promettenti (e non) a meccanismi di sovrastimolazione e stress per motivi non prettamente didattici, ma inerenti a politiche imprenditoriali, aspirazioni genitoriali o degli insegnanti. nella nostra carriera abbiamo tutti assistito più e più volte all'abbandono degli studi da parte di qualche nostro collega immensamente dotato/a, al quale venivano affidate variazioni al di fuori della portata psicologica, spesso, di un prepubere o poco più che adolescente, in nome del prestigio della scuola o dell'insegnante. Il destino di tanti bambini superdotati, ahimé in ogni campo, è di arrivre al massimo di quello che può sembrare il successo con scarse risorse emotive e bagaglio psicologico, per poi sprofondare nella "mancanza di stimoli adeguati" o nell'overwhelming per richieste e aspettative da parte degli adulti. Senza contare che una fisicità in piena evoluzione potrebbe cambiare le carte in tavola del destino del nostro allievo letteralmente da un semestre all'altro.
In conclusione, per garantire un percorso di successo duraturo, è cruciale che l'educazione coreutica tenga conto dello sviluppo fisico e psicologico degli allievi, evitando di sacrificarli sull'altare del prestigio immediato. Solo così potremo coltivare non solo danzatori eccellenti, ma anche individui equilibrati e resilienti.
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